CARBONIO (2021)
“Lancia una sfida stilistica la drammaturga: può una sequenza di parole, frasi, pensieri riempire tutti gli spazi necessari alla messa in scena senza altro artificio che quello della recitazione di due attori? Finora la risposta del pubblico molto divertito è sì” Natascia Festa, Corriere del mezzogiorno
MIMÌ E LE RAGAZZE DELLA PALLAVOLO LADDOVE MIMì STA PER DOMENICO (2019)
“Si tratta di uno spettacolo imperdibile perché affronta in modo coinvolgente ed esilarante, con delicatezza e intelligenza, un tema delicato, quello della transessualità” Alessandra del Giudice- Napoliclick
CAIPIRINHA, CAIPIRINHA! (2017) “In poco più di un'ora di spettacolo il divertimento s’impenna, la risata si ripete, lo stupore s'impossessa dello spettatore che applaude convinto.” Giulio Baffi (La Repubblica, Napoli)
FRANKENSTEIN (2017) “Una commedia musicale capace di fare ridere a crepapelle ed in grado, nel segno di un teatro davvero ricco di nuovi fermenti e spunti di genialità, di intrigare il pubblico unendo magnificamente insieme in un unico portentoso mix il genere gotico, la comicità partenopea, il romanzo epistolare ed il teatro di varietà, aggiungendo al tutto una generosa dose di pop music, canzone napoletana, musical e Cafè Chantan.” Giuseppe Giorgio 2ANEWS
LA DANS E DES AMANTS (2014) “Altro è l’alfabeto di Taverna Est, gruppo di Napoli sodo e romanzesco nella festa paesana di primo ‘900 “La Danse des Amants” scritta e diretta da Sara Sole Notarbartolo. I 12 congeniali attori incarnano sfide di sesso, attrazioni effimere, gesti sovraesposti, solitudini fatali, in un sud che sacrifica destini producendo desideri prepotenti” Rodolfo di Giammarco La Repubblica
SUEÑO #4 (2013) “Nella seconda settimana del festival ci si è riconciliati con un lavoro della giovane napoletana Sara Sole Notarbarolo sui sogni. La regista, che già da due anni è riuscita a persuadere con un Faust napoletano, ha messo in scena la storia di una partenza impossibile, con la brilliante attrice Cristina Donadio davanti a un vecchio treno orchestrando chiare allusioni latinoamericane con radici locali, magie e visioni scaturite nel folklore.” Henning Kluever Sueddeutsche Zeitung
MULINI A VENTO (2013) “È la capacità immaginifica immensa dell’autrice a porsi al centro della questione, pur consapevoli che non si stia dicendo alcuna novità, essendo lei una delle autrici più quotate della scena attuale. Con questa opera la valutazione non può che essere rafforzata, corroborata (...) qui che le doti compositive emergono vigorose, il linguaggio conturbante ti rigira in una tal maniera al punto che non capisci più se i versi in rima, le circonlocuzioni e i calembour siano farina del sacco di Cervantes o di Sara Sole.” Andrea Parrè Quarta Parete
FAUST O DELLA BELLA VITA (2011) “Il Faust della Notarbartolo, già applaudito da una foltissima platea entusiasta, è un’opera sul presente, è “il teatro che sente”, che comunica come comunica il contemporaneo (...) C’è tutto ciò che potrebbe finalmente riavvicinare al teatro quel pubblico che non ci va più. Un lavoro moderno di spirito, ironia e cultura. (...) Semplicemente geniale.” Boris Mantova Il Velino
LA TENTAZIONE (2009) “Tra fiaba e agiografia, lo spettacolo mette a nudo la tentazione della normalità in un interno borghese partenopeo all'indomani della prima guerra mondiale(...) regalandoci il ritratto di una società votata al
culto dell'apparenza." Andrea Nanni Hystrio
SANTA LUCIA DELLA BELLA SPERANZA (2007/2008) “Taverna Est conserva intatta la sua vena fortemente personale, difficilmente riconducibile a modelli codificati. (...) lo stile aguzzo della Notarbartolo si riafferma di quelle figurette sghembe, che affiorano dalla penombra come memorie spettrali, nella naturalezza con cui affiancano la parola al suono dei propri strumenti.” Renato Palazzi Del Teatro
‘O MARE (2005) “Spettacolo molto premiato e amato nei festival. L’ho amato anche io per l’allegria che è stato capace di comunicare, per la fantasia di cui è colmo. Esercizio per funamboliche imprese, irresistibili musiche stonate, paradossi ed eccessi, per dire di emigrazione e amore, di disagio e di ottusa burocrazia che opprime.” Giulio Baffi La Repubblica
IL GIRO DELL’ACQUA (2003) “Con “Il giro dell’acqua” Sara Sole Notarbartolo conferma l’appartenenza al gruppo di frontiera della ricerca teatrale italiana (e napoletana) che muove da una scrittura scenica fatta di segni poveri, misure cicliche e una vigorosa drammaturgia del corpo (...) i continui fermo-immagine cinematografici, veri e propri “cut” di buio fra una scena e l’altra, evidenziano l’originale cifra espressiva della giovane regista napoletana.” Stefano De Stefano Corriere del Mezzogiorno